lunedì 26 novembre 2012

Il Telescopio spaziale CHANDRA rileva la presenza di raggi X a bassa energia durante l'attività aurorale

Credit: NASA/MSFC/CXC/A.Bhardwaj & R.Elsner, et al.; Earth model: NASA/GSFC/L.Perkins & G.Shirah. Fig. 1
(Illustration: NASA/CXC/M.Weiss). Fig. 2
Nel 2004 un gruppo di scienziati ha scoperto, osservando il Polo Nord terrestre per dieci volte nell'arco di un periodo di quattro mesi, che i raggi X generati durante l'attività aurorale raggiungevano livelli di energia minimi, dell'ordine dei 0,1 - 10 KeV (Kilo elettronVolt), come dimostrano gli archi luminosi fotografati in questo campione di immagini, Fig.1.
Altri sistemi satellitari in precedenza, misurarono esclusivamente valori elevati di energia generata dai raggi X, Fig.2.
Le immagini che vedete in Fig.1 rappresentano un modello virtuale della Terra, e sono state ricavate dopo 20 minuti di osservazioni, durante il quali, il telescopio Chandra risultava posizionato in un punto fisso nel cielo, mentre il moto della Terra permetteva la visione della regione in cui brillavano le aurore. Il colore rosso, evidenziato dai raggi X del telescopio CHANDRA, rappresenta la massima luminosità rilevata.
Le aurore sono prodotte da tempeste solari che emettono venti con particelle cariche di alta energia. Queste particelle vengono deviate quando incontrano il campo magnetico terrestre, e sono generate durante il processo in cui si verificano elevate tensioni elettriche. Gli elettroni intrappolati nel campo magnetico terrestre, sono accelerati da queste tensioni che assumono una forma a spirale lungo il campo magnetico nelle regioni polari, dopodiché, si scontrano con gli atomi nell'alta atmosfera ed emettono i raggi X (come evidenzia la Fig 2). Riferimento: CHANDRA - X RAY OBSERVATORY.  

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