domenica 4 novembre 2012

Dal satellite Vista un catalogo di più di 84 milioni di stelle, nella zona centrale della Via Lattea



Utilizzando un'impressionante immagine da nove miliardi di pixel ottenuta dal telescopio infrarosso per survey VISTA all'Osservatorio di Paranal dell'ESO, un'equipe internazionale di astronomi ha prodotto un catalogo di più di 84 milioni di stelle, nella zona centrale della Via Lattea. Questa gigantesca collezione di dati contiene un numero di stelle più di dieci volte maggiore rispetto agli studi precedenti e rappresenta un significativo passo avanti per la comprensione della galassia in cui abitiamo. Questa immagine fornisce a chi la guarda una visuale incredibile, con la possibilità di ingrandimento, sulla zona centrale della nostra galassia. È così grande che, se la si stampasse con la risoluzione tipica per un libro, sarebbe lunga 9 metri e alta 7.
"Osservando in dettaglio la miriade di stelle che circonda il centro della Via Lattea possiamo imparare molto sulla formzione ed evoluzione non solo della nostra galassia, ma delle galassie a spirale in generale", spiega Roberto Saito (Pontificia Universidad Católica de Chile, Universidad de Valparaíso e The Milky Way Millennium Nucleus, Cile), autore principale dello studio.
La maggior parte delle galassie a spirale, tra cui la nostra ospite, la Via Lattea, presentano una grande concentrazione di stelle molto vecchie che circonda il centro, chiamato dagli astronomi rigonfiamento galattico. Capire la formazione e l'evoluzione del rigonfiamento della Via Lattea è fondamentale per comprendere la galassia nella sua interezza. Non è facile però ottenere osservazioni dettagliate di questa regione.
"Le osservazioni del rigonfiamento galattico della Via Lattea sono molto difficili perchè il rigonfiamento risulta oscurato dalla polvere" dice Dante Minniti (Pontificia Universidad Catolica de Chile, Cile), coautore dello studio. "Per penetrare nel cuore della galassia dobbiamo osservare in luce infrarossa, che viene meno influenzata dalla polvere".
Per maggiori informazioni consultate il sito: European Southern Observatory (ESO).

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