martedì 19 dicembre 2017

Un nuovo satellite dell'ESA per monitorare la qualità dell'aria con una maggiore precisione

Un nuovo satellite dell'ESA utilizzato per l'osservazione della Terra denominato Sentinel-5P è dotato di uno strumento avanzato di monitoraggio dell'atmosfera che può eseguire la scansione della Terra con una risoluzione maggiore rispetto a qualsiasi altro strumento in orbita. Il nuovo spettrometro collocato a bordo della navicella rivela gli inquinanti presenti nell'atmosfera del nostro pianeta con una definizione senza precedenti. Sentinel 5P è in grado di tracciare gas quali biossido di azoto, ozono, formaldeide, anidride solforosa, metano e anidride carbonica, importanti per la qualità dell'aria e del clima. L'immagine mostrata sopra evidenzia l'inquinamento da Biossido di azoto presente in Europa il 22 novembre 2017. Le concentrazioni più elevate sono sopra la Pianura Padana e nella Germania occidentale, probabilmente associate alla combustione di combustibili fossili proveninenti dall'industria e dal traffico stradale. Riferimento: Advanced Satellite Tracks Air Pollution in Extraordinary Detail.
Questa mappa globale mostra la concentrazione del biossido di azoto nella troposfera rilevata dallo strumento di monitoraggio dell'ozono ubicato a bordo del satellite Aura, nel 2014. Riferimento: New NASA Satellite Maps Show Human Fingerprint on Global Air Quality.

Aumento della frequenza e dell'intensità degli eventi estremi di origine antropica

L'American Meteorological Society (AMS) ha pubblicato una relazione dal titolo 'Explaining Extreme Events from a Climate Perspective', in cui dimostra come alcuni eventi estremi non si sarebbero verificati in un clima preindustriale. Gli eventi a cui si riferisce il rapporto sono stati il ​​caldo record del 2016, il caldo in tutta l'Asia e l'ondata di calore registrata al largo della costa dell'Alaska. Altri tipi di eventi meteorologici estremi dell'edizione di quest'anno includono le ondate di calore oceaniche, gli incendi boschivi, le tempeste di neve, le gelate, le intense precipitazioni, la siccità e gli eventi estremi di caldo e di freddo osservati sulla terraferma. Nel rapporto di quest'anno sono state esaminate diverse ondate di calore sulla terraferma e negli Oceani, tranne una, in cui hanno trovato un nesso tra il cambiamento climatico e l'aumento della gravità degli eventi. Mentre i  cambiamenti climatici causati dall'essere umano hanno mitigato la temperatura invernale in Cina, non hanno influenzato la tempesta degli Stati Uniti Jonas che ha colpito il Medio Atlantico nell'inverno del 2016. In questo rapporto, ventuno dei ventisette articoli di questa edizione hanno identificato il cambiamento climatico come un fattore determinante di un evento, mentre altri no. Dei 131 documenti ora esaminati in questo studio negli ultimi sei anni, circa il 65% ha identificato un ruolo per il cambiamento climatico, mentre circa il 35% non ha riscontrato un effetto apprezzabile.

sabato 16 dicembre 2017

La faglia di Piqiang in Cina fotografata dal Satellite Landsat 8

La faglia di tipo trascorrente sinistro a Piqiang in Cina, fotografata dal Satellite Landsat 8 il 30 Luglio del 2013. I colori riflettono le rocce che si sono formate in tempi e ambienti differenti. Gli strati rossi in alto, rispetto alla sequenza, corrispondono ad arenarie del Devoniano, composte da antichi sedimenti fluviali, mentre gli strati verdi sono arenarie del Siluriano formatesi in un oceano moderatamente profondo. Gli strati color crema sono costituiti da calcari del Cambriano-Ordoviciano che si sono depositati in un oceano poco profondo. Riferimenti Bibliografici: Faults in Xinjiang - NASA Earth Observatory.

L'Italia durante l'Ultimo Massimo Glaciale

L'Italia durante l'Ultimo Massimo Glaciale o glaciazione Würm nella regione alpina, che iniziò circa 115.000 anni fa e terminò 11.700 anni fa. Secondo il Centro Meteo Lombardo, le temperature medie dell'Europa centrale, nei mesi più caldi erano di circa 5°C e in periodi invernali particolarmente rigidi si raggiungevano e si superavano i –40°C, mentre la media era di –20°C. Le varie zone climatiche del Wurmiano nell’area Europea erano traslate più a sud con la seguente distribuzione: Le aree che nella Fig.2 erano coperte dai ghiacci sono da considerarsi le regioni dal clima del gelo perenne. L’ Europa centro occidentale aveva un clima freddo della tundra (Temperature estive massime di 9°C e T invernali medie di –20°C ). Il clima temperato freddo (ora in Finlandia) era presente nelle regioni tra l’ Ungheria e la Romania. Il clima temperato fresco delle foreste di latifoglie si posizionava in quelle aree che ora godono del clima Mediterraneo. Il clima Mediterraneo interessava le regioni Nord Africane, la Sicilia, e la parte più meridionale della penisola Iberica. Durante questa glaciazione i livelli dei mari si abbassarono di oltre 120 m. Riferimenti Bibliografici: Litho-palaeoenvironmental Maps of Italy During the Last Two Climatic Extremes, Climex Maps - LGM Map of Italy, Last Glacial Maximum in Europe, EGU 
Becker, D., Verheul, J., Zickel, M., Willmes, C. (2015): LGM paleoenvironment of Europe – Map. CRC806-Database, DOI: http://dx.doi.org/10.5880/SFB806.15.