domenica 25 novembre 2012

Il satellite GOCE dell'ESA ha realizzato la prima mappa mondiale ad alta risoluzione del confine tra la crosta terrestre e il mantello


Questa mappa mostra la discontinuità di Mohorovičić a livello globale - nota come Moho - sulla base dei dati del satellite GOCE. Moho è il confine tra la crosta e il mantello, che va da circa 70 km di profondità nelle zone di montagna, come l'Himalaya, a 10 km sotto il fondo dell'oceano.
 La seconda figura mostra la profondità di Moho sotto la penisola italiana, ricavata dai dati del "GOCE", la figura a destra rappresenta la gravità della Terra ridotta per effetto della discontinuità di Moho. L'effetto dei sedimenti della Pianura Padana (nord Italia) è visibile, oltre il confine delle placche tettoniche (in bianco). 









Confronto tra un vecchio modello globale di Moho (a sinistra), ottenuto sulla base di dati sismici e gravimetrici, e la mappatura di Moho basata sui dati del GOCE rilevati in Sud America (a destra).

La prima mappa mondiale ad alta risoluzione del confine tra la crosta terrestre e il mantello - il Moho - è stata realizzata sulla base dei dati elaborati dal satellite GOCE dell'ESA che misura la gravità terrestre. Capire il Moho offrirà nuovi indizi sulle dinamiche dei movimenti  che avvengono all'interno della Terra. La crosta terrestre è lo strato solido più esterno del nostro Pianeta. Anche se rappresenta meno dell'1% del volume del Pianeta, la crosta è particolarmente importante non solo perché ci viviamo, ma perché è il luogo da dove provengono tutte le nostre risorse geologiche come il gas naturale, il petrolio e i minerali.
La crosta e il mantello superiore rappresentano anche il luogo dove si verificano i processi geologici di grande importanza quali, terremoti, vulcanismo e orogenesi. Fino a un secolo fa, non sapevamo nulla sul fatto che la Terra avesse una crosta esterna. Nel 1909, il sismologo croato, Andrija Mohorovičić, scoprì che a circa 50 km sotto terra vi è un improvviso cambiamento di velocità delle onde sismiche. Da allora, quel confine tra la crosta terrestre e il mantello sottostante è stato denominato la discontinuità di Mohorovičić, o Moho. Ancora oggi, quasi tutto quello che sappiamo degli strati profondi della Terra proviene dal'utilizzo di due metodi: sismici e gravimetrici. I metodi sismici sono basati sull' osservazione delle variazioni della velocità di propagazione delle onde sismiche tra la crosta e mantello. La gravimetria esamina l'effetto gravitazionale dovuto alla differenza di densità causata dalla diversa composizione della crosta e del mantello. Ma i modelli di Moho sono basati sui dati sismici o dai dati della gravità che sono in genere limitati. L'uso del satellite GOCE per la rilevazione di Moho e il progetto delle applicazioni - GEMMA (GOCE Exploitation for Moho Modeling and Applications) - ha permesso agli scienziati di ottenere la prima mappa mondiale ad alta risoluzione  del confine tra la crosta terrestre e il mantello. GOCE misura il campo gravitazionale e i modelli del Geoide, con una precisione senza precedenti che serve per aumentare la nostra conoscenza sulla circolazione oceanica, che gioca un ruolo cruciale negli scambi energetici di tutto il mondo, permettendo di rilevare le variazioni del livello degli oceani, e il cambiamento dei processi interni della Terra. La mappa di Moho ottenuta da GEMMA è basata sulle inversioni dei dati gravimetrici distribuiti in modo omogeneo. Per la prima volta, è possibile calcolare la profondità a livello mondiale del confine di Moho con una risoluzione senza precedenti, anche nelle aree dove i dati a terra non sono disponibili. Questo offrirà nuovi indizi per comprendere la dinamica dell'interno della Terra, smascherando il segnale gravitazionale prodotto da una distribuzione della densità del sottosuolo irregolare e finora sconosciuta. Il progetto GEMMA è portato avanti dallo scienziato italiano Daniele Sampietro, ed è finanziato dal Politecnico di Milano con il supporto dell'ESA per il progetto di studio: Earth Science Network. Questa iniziativa sostiene i giovani ricercatori nel post-dottorato e offre loro l'opportunità di approfondire le conoscenze  nel campo delle scienze della Terra, sfruttando la capacità di osservazione delle missioni dell'ESA.  Riferimento: European Space Agency (ESA).        


Nessun commento:

Posta un commento