venerdì 18 gennaio 2013

La NASA prevede il picco di massimo solare nel maggio 2013

A solar eruptive prominence as seen in extreme UV light on March 30, 2010 with Earth superimposed for a sense of scale. Credit: NASA/SDO.
 
Il 2013 sarà l’anno del Sole. O, quantomeno, l’anno in cui l’attività solare raggiungerà il suo picco. Dopo la quiete degli ultimi anni, la stella al centro della nostro sistema si è svegliata e l’anno prossimo arriveranno le tempeste solari più intense degli ultimi tempi.
Cerchiamo di fare chiarezza, quindi, sulle eruzioni solari. Cosa le provoca? Le colonne di gas solare ad altissima temperatura, che letteralmente zampillano dalla superficie solare, si chiamano espulsioni di massa coronale (coronal mass ejection - CME) e possono essere talmente potenti da rilasciare nello spazio miliardi di tonnellate di gas e particelle alla volta. Queste particelle possono arrivare anche fino al nostro pianeta, mandando in tilt le apparecchiature elettroniche a bordo dei satelliti e, nei casi peggiori, provocare interruzioni nelle linee elettriche terrestri ad alta tensione alle latitudini più elevate.
Per studiare la struttura e la forza di queste eruzioni un team di esperti della NASA le sta studiando grazie al Solar and Terrestrial Relations Observatory. Le espulsioni di materiale solare sono fatte di gas caldissimi i cui atomi sono privi in parte o del tutto di elettroni. Uno stato della materia nota come plasma magnetizzato. A volte, protuberanze di questo materiale solare vengono espulse verso lo spazio, altre volte ricadono sotto il loro stesso peso verso il Sole. Le CME sono nubi di plasma che si staccano dal Sole e si propagano nello spazio. Se la loro traiettoria incrocia la Terra, possono quindi interferire con il nostro ambiente.
Lo studio di Terry Kucera, una scienziata del Goddard Space Flight Center della NASA che si occupa del Sole, è stato pubblicato ieri su The Astrophysical Journal ed è incentrato sulla temperatura della cavità coronale del Sole che si vede in questa immagine (la macchia più scura sul Sole). “Non sappiamo realmente cosa causa queste CME”, ha detto Kucera. “Per questo vogliamo capire la loro struttura prima ancora che vengano espulse dal Sole, perché solo così potremmo avere un indizio più preciso del perché avvengono le eruzioni e forse sapere in anticipo quando si verificheranno”. Riferimento: MEDIA INAF - La Danza del Sole -

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