Scie di condensa aeree sopra San Fancisco scattate dal Col. Chris Hadfield a bordo della ISS |
Immagine NASA di Jeff Schmaltz, LANCE/EOSDIS MODIS Rapid Response. Didascalia di Adam Voiland, realizzata con la collaborazione di Patrick Minnis e Douglas Spangenberg. Strumento di rilevazione: Terra - Modis |
Il 15 febbraio del 2013, il Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) ubicato a bordo del satellite Terra della NASA, ha catturato questa immagine che mostra la presenza di numerose scie nei cieli del Portogallo e della Spagna. La composizione di queste nubi lunghe e strette è praticamente identica a quella dei cirri. Tuttavia, mentre le nuvole si formano a causa di un processo naturale quando si determinano elevati livelli di umidità, le scie si formano quando i velivoli iniettano quantità di vapore d'acqua nell'atmosfera attraverso gli scarichi, e si sviluppano quando la temperatura dell'aria raggiunge i -39 °C (-38 °F) o valori inferiori. Gli effetti dell'umidità dell'aria influiscono sulla persistenza dell'ultima scia, quando l'aria è secca, dura pochi secondi o minuti. Ma quando l'aria è umida, le scie di condensazione possono essere di lunga durata per questo si potrebbero confondere con i cirri. I satelliti hanno osservato gruppi di scie che durano fino a 14 ore e viaggiano per migliaia di chilometri prima di dissiparsi, tuttavia, la maggior parte rimangono visibili solo per poche ore e producono un impatto sul clima. Le scie di lunga durata che si diffondono come quelle mostrate nell'immagine, risultano di particolare interesse per i ricercatori perché riflettono la luce solare intrappolando la radiazione infrarossa. Una scia di condensazione nel cielo riduce la quantità di radiazione solare che raggiunge la superficie terrestre, aumentando la quantità di radiazione infrarossa assorbita dall'atmosfera. Questi effetti opposti rendono difficile da risolvere l'impatto globale sul clima. Tuttavia, un gruppo di scienziati del NASA Langley Research Center ha compiuto dei progressi che contribuiscono a comprendere meglio e risolvere queste problematiche. Essi hanno sviluppato un algoritmo che, attraverso i dati acquisiti da MODIS, distingue automaticamente i cirri naturali dalle scie di recente formazione. Ciò ha reso più facile la misurazione del numero di scie e ha permesso di acquisire maggiori informazioni relative ai cirri e alla copertura nuvolosa. In uno studio pubblicato nel 2013, il gruppo ha stimato che le scie coprono il cielo tra lo 0,07 - 0,40 per cento in un determinato anno. Essi hanno inoltre concluso che le scie causano un leggero riscaldamento sulla Terra. Secondo Patrick Minnis, uno scienziato del NASA Langley, ci sono ancora dei problemi che i ricercatori stanno cercando di risolvere. "Il rilevamento di vecchie scie di condensazione, più ampie, come quelle che appaiono in questa immagine di MODIS rimangono una sfida, per cui dovremo valutare più approfonditamente la loro copertura e l'impatto sul clima che ne deriva". Riferimento: NASA Earth Observatory - Criss-Crossing Contrails.
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