martedì 18 giugno 2013

Scoperta una nuova zona di subduzione nell'oceano Atlantico

Immagine fornita dal NOAA/NGDC, che mostra l'età della crosta oceanica dell'Atlantico. Un gruppo di geologi ha scoperto l'esistenza di una nuova zona di subduzione durante la mappatura del fondo dell'oceano Atlantico, questo indica che l'attività tettonica che si verifica lungo tutto il margine occidentale della placca apparentemente passiva nel Sud della Penisola Iberica, risulta in movimento. (Credit: Mr. Elliot Lim e il signor Jesse Varner, CIRES & NOAA / NGDC). Riferimento: ScienceDaily - New 'embryonic' subduction zone found.
Una nuova zona di subduzione scoperta al largo delle coste del Portogallo nell'oceano Atlantico segna l'inizio di un ciclo che determinerà l'avvicinamento dell'Europa continentale  all'America. La nuova ricerca, "Are subduction zones invading the Atlantic? Evidence from the southwest Iberia margin", pubblicata sulla rivista Geology, condotta dai geologi della Monash University, fornisce la prima prova che un margine dell'oceano Atlantico considerato statico risulta invece sempre attivo. Le zone di subduzione, come ad esempio quella che inizia a Sud della Penisola Iberica, sono aree in cui una le placche tettoniche della superficie terrestre si immergono, fondendosi sotto un altra placca nel mantello, lo strato appena sotto la crosta. Il Dott. João Duarte, della School of Geosciences ha riferito che, durante l'osservazione del fondale oceanico sono state scoperte una serie di nuove faglie, ciò sta a indicare l'esistenza di una attività tettonica in tutto il margine Occidentale della placca."Quello che abbiamo scoperto è l'esistenza di un margine attivo, una zona di subduzione che si è appena formata"."L'intensa attività sismica che devastò Lisbona nel 1755, ha indicato che ci poteva essere un margine tettonico convergente della zona. Per la prima volta, siamo stati in grado di fornire non solo le prove, ma anche di individuare la dinamica del movimento". L'incipiente subduzione della zona iberica potrebbe segnalare l'inizio di una nuova fase del ciclo di Wilson, dove i movimenti delle placche rompono i supercontinenti - come avvenne per la Pangea dove in seguito si aprirono gli oceani - che stabilizzandosi, formano nuove zone di subduzione che chiudono gli oceani ricongiungendo i continenti. Queste aperture e chiusure dei supercontinenti si sono verificate almeno tre volte nell'arco di 4,54 miliardi. La subduzione iberica trasporterà gradualmente la relativa Penisola verso gli Stati Uniti nel corso di 220 milioni di anni. I risultati forniscono un'opportunità unica per l'osservazione di un margine che da passivo diventa attivo, in un processo che richiederà circa 20 milioni di anni.
Secondo il Dr. Duarte: "La comprensione di questi processi fornirà sicuramente delle nuove informazioni utili su come si siano attivate in passato le zone di subduzione chiudendo in seguito gli oceani".

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