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Questo potentissimo lampo gamma è stato osservato ad una distanza di
«appena» 3 miliardi e mezzo di anni luce, ed è per questo che i telescopi da
Terra hanno potuto intercettarlo. A far scattare l'allerta è stato il telescopio
spaziale Fermi della Nasa, al quale l'Italia partecipa con Inaf, Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). |
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Questa illustrazione artistica mostra dei Raggi Cosmici che attraversano l'atmosfera terrestre. Di NSF/J. Yang, tratta da Space.com "Mysterious Cosmic Rays Leave Scientists in the Dark". |
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L'immagine, acquisita il 23 gennaio 1999, mostra la coda di emissione ottica del gamma-ray burst GRB-990123. Il lampo è visibile come un punto chiaro indicato nel riquadro a sinistra. È identificabile, inoltre, la galassia ospite dell'evento (l'oggetto a forma di filamento sopra il GRB), che sembra essere stata distorta dalla collisione con un'altra galassia. Riferimento e Immagine ad Alta Risoluzione Hubble Space Telescope. |
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Uno studio conferma l'origine dei Raggi Gamma. Articolo di Lynn Chandler, del NASA's Goddard Space Flight Center. "Breakthrough Study Confirms Cause of Short Gamma-Ray Bursts" University of Maryland. |
Il telescopio spaziale Fermi ha intercettato un lampo gamma super potente e molto vicino, facendo scattare l’allerta tra gli astrofisici di tutto il mondo.
Questa potentissima esplosione cosmica è stata osservata, infatti, da Fermi a circa 3 miliardi e mezzo di anni, una distanza inusualmente “vicina” per fenomeni di questo tipo, generalmente osservati a distanze fino a 13 miliardi di anni luce. Ad intercettare l’inaspettato lampo gamma è stato lo strumento LAT ( Large Area Telescope), cuore del rivelatore di fotoni di altissima energia di Fermi, costruito in Italia dagli scienziati dell’INFN.Il satellite Fermi, lanciato in orbita l’11 giugno 2008, è una missione della NASA realizzata anche grazie all’importante contributo italiano: team scientifici italiani hanno, infatti, costruito parti fondamentali dei rivelatori a bordo del satellite e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ha coordinato e co-finanziato il contributo nazionale all’esperimento e contribuisce a distribuirne i dati tramite l'ASDC. Riferimento:
Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Per ulteriori dettagli é possibili consulatre l'articolo
"Il GRB, il buco nero e la stella di neutroni" pubblicato su
MEDIA INAF
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