venerdì 12 maggio 2017

Scoperto in Perù l'antenato più antico delle balene, il Mystacodon selenesis

Scavo dello scheletro fossile del Mystacodon selenesis scoperto a Media Luna, nel deserto costiero del Perù (foto G. Bianucci).
  Lambert et al., (2017)
Illustrazione artistica di Alberto Gennari
In un’area desertica del Perù, dove ora c'é Media Luna, un piccola communità che si trova a 12 minuti dalla città di Urubamba, sono stati rinvenuti alcuni reperti fossili di un misticeto risalente a 36 Ma. che possedeva ancora - in dimensioni ridotte - gli arti inferiori e i denti. La scoperta molto importante sotto il profilo evolutivo di questo sottordine di cetacei, é stata effettuata da un gruppo Internazionale di paleontologi e di geologi delle Università di Pisa, di Camerino, dei Musei di Storia naturale di Parigi, Bruxelles e Lima, ed è stata pubblicata sulla rivista Current Biology, O. Lambert et al., (2017). Il ritrovamento di questo fossile é avvenuto in una zona ormai nota ai geologi, conosciuta come il Bacino di Pisco, in cui sono stati scoperti diversi reperti di antichi rettili marini, squali e uccelli. L'area nel tardo Eocene, era ricoperta dal mare, in seguito, a causa delle spinte tettoniche ha subito un sollevamento rendendo possibili le varie scoperte. Giovanni Bianucci, paleontologo del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, che ha partecipato allo scavo e allo studio del fossile spiega in un intervista rilasciata alla National Geographic: “Era una balena molto diversa da quelle che nuotano nei nostri mari, in quanto conservava caratteri primitivi, come la presenza delle zampe posteriori, seppur estremamente ridotte, e denti robusti. In più era più piccolo delle balene di oggi: meno di quattro metri di lunghezza, contro gli oltre 30 raggiunti dalla balenottera azzurra. Le scoperte precedenti, in particolare quelle relative ai basilosauri, gli ultimi archeoceti, avevano ben documentato i passaggi dalla terra ferma al completo adattamento all’ambiente acquatico. Ma era ancora poco chiaro come fosse avvenuto il passaggio dai basilosauri ai due gruppi ancora viventi, gli odontoceti e i misticeti. È interessante notare come questo misticeto fosse dotato, come i basilosauri, di zampe anteriori, caratteristica che non si ritrova invece più nei misticeti viventi”. Claudio Di Celma, geologo della Scuola di Scienze e Tecnologie dell’Università di Camerino che ha curato lo studio stratigrafico dell’area di ritrovamento del fossile, spiega, in un intervista rilasciata alla National Geographic: “Lo studio ci ha permesso di datare il reperto in modo preciso. Abbiamo raccolto numerosi campioni di roccia nei diversi strati affioranti, compreso quello che conteneva lo scheletro della balena; i microfossili trovati all’interno dei campioni hanno permesso al collega Etienne Steurbaut di datare a 36 milioni di anni fa i resti del cetaceo”.

Nessun commento:

Posta un commento