martedì 12 novembre 2013

Il contributo dei raggi cosmici, dell'attività solare e delle nubi nel XX secolo é stato inferiore al 10 per cento

Raggi Cosmici e Attività Solare, Università del Delaware.
Un articolo pubblicato su Scientific American, Cosmic Rays Not Causing Climate Change chiarisce, fornendo le prove, come la correlazione tra i raggi cosmici, le nubi, l'attività solare e il riscaldamento globale sia minima.
Anche se in genere si ritiene che l'aumento della temperatura media della superficie terrestre dall'epoca preindustriale sia stato causato dall'incremento dei gas serra presenti in atmosfera, alcune persone citano l'attività solare, direttamente o tramite l'effetto che esercita sui raggi cosmici, come un fattore che di solito viene sottovalutato. Secondo due scienziati britannici i cambiamenti dell'attività solare, delle macchie solari, dei raggi cosmici e dei loro effetti sulle nubi hanno contribuito sul riscaldamento globale non più del 10 per cento. I risultati, pubblicati sulla rivista Environmental Research Letters "Cosmic rays, solar activity and the climate", riconfermano la teoria della scienza di base in cui si asserisce che l'aumento dell'anidride carbonica e degli altri gas serra siano la causa dei cambiamenti climatici. Hanno anche riesaminato il caso alternativo presentato dai negazionisti climatici in cui si afferma chè è l'attività solare che sta causando il riscaldamento globale. Gli scienziati dell'Università di Edimburgo hanno condotto uno studio utilizzando i record di temperature del passato ricostruite con i dati provenienti dagli anelli degli alberi e da altre fonti storiche e li hanno confrontati con i modelli paleo climatici scoprendo che l'attività solare ha avuto un impatto minimo sulla temperatura nel millennio passato, lo studio è stato citato su Phys.org "Solar activity not a key cause of climate change, study shows". Un altro studio pubblicato su Nature suggerisce che, nel millennio passato, il Sole ha influito con percentuali minime sul riscaldamento terrestre, causato da eruzione vulcaniche e gas serra "Small influence of solar variability on climate over the past millennium". Gli scienziati, Terry Sloan dell'Università di Lancaster e Arnold Wolfendale  dell'Università di Durham, concludono che né i cambiamenti dell'attività del Sole, né il suo impatto nel bloccare i raggi cosmici, possano apportare un contributo significativo al riscaldamento globale. Le nuvole e il ruolo che hanno nel raffreddare la superficie terrestre, riflettendo la luce solare verso lo spazio, hanno rappresentato per diverso tempo una delle più grandi incertezze nella scienza che studia le dinamiche dei cambiamenti climatici. Il ruolo ormai noto delle macchie solari e dei raggi cosmici sulla formazione delle nubi ha trovato il terreno fertile tra i negazionisti e gli scettici che hanno messo in dubbio l'origine antropica dei cambiamenti climatici. L'attività delle macchie solari, che si verifica su un ciclo di 11 anni, riduce il flusso dei raggi cosmici, aumentando periodicamente il vento solare - un flusso di particelle cariche emesse dal Sole. Il campo magnetico del vento solare devia, verso altre direzioni della Galassia, alcuni dei raggi cosmici che altrimenti colpirebbero la Terra. Quindi, se risulta corretta la teoria che collega i raggi cosmici e la formazione di nubi, l'aumento dell'attività delle macchie solari potrebbe potenzialmente ridurre la copertura nuvolosa. Per cercare di quantificare l'effetto che l'attività solare - direttamente o attraverso i raggi cosmici - può avere avuto sulle temperature globali nel 20° secolo, Sloan e Wolfendale hanno raffrontato i dati sul tasso dei raggi cosmici che hanno attraversato l'atmosfera con il record delle temperature globali registrate dal 1955. Hanno trovato una piccola correlazione tra i raggi cosmici e le temperature globali che si verificano ogni 22 anni, tuttavia per due anni, il tasso di variazione dei raggi cosmici non ha seguito la variazione di temperatura, il che suggerisce che la causa dell'aumento della temperatura potrebbe non essere attribuibile ai raggi cosmici e alla formazione delle nuvole, ma potrebbe essere causata dagli effetti diretti del Sole. Confrontando dal 1955, le piccole oscillazioni nel tasso dei raggi cosmici e la temperatura con le tendenze generali, Sloan e Wolfendale hanno rilevato che il riscaldamento globale, che potrebbe essere stato causato dall'attività solare durante questo periodo, ha influito meno del 14 per cento. Per controllare i loro risultati hanno rivisto i propri studi precedenti e tutti gli altri lavori che potevano trovare in materia, per vedere se potevano trovare altre prove di un collegamento tra l'attività solare e l'aumento delle temperature globali. I loro risultati indicano che, nel complesso, il contributo dell'attività solare, direttamente o tramite i raggi cosmici, risulta minore, e non può aver contribuito più del 10 per cento al riscaldamento globale che si riscontra nel 20° secolo. Sloan e Wolfendale hanno anche discusso i risultati di un esperimento effettuato al CERN in Svizzera denominato CLOUD, dove i ricercatori stanno cercando il modo in cui i raggi cosmici possono ionizzare, o caricare gli aerosol nell'atmosfera, influenzando così la formazione delle nuvole. Hanno inoltre esaminato i casi in cui gli eventi del mondo reale producono la ionizzazione su larga scala in atmosfera. Eventi come il disastro nucleare di Chernobyl e la sperimentazione di armi nucleari avrebbero potuto influenzare la produzione di aerosol in atmosfera, tuttavia, tali effetti potrebbero non essere verificabili. Sloan ha detto: "Il nostro articolo è stato realizzato per trovare una connessione tra raggi cosmici e la formazione di nuvole con i cambiamenti nella temperatura globale. "Concludiamo che l'entità del contributo dell'attività solare sul riscaldamento globale nel 20° secolo è stato inferiore al 10 per cento. Gli studi esaminati dal Gruppo Intergovernativo di esperti sui Cambiamenti Climatici suggeriscono che non esiste nessuna associazione tra i cambiamenti climatici le nubi e i raggi cosmici. 

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