venerdì 10 maggio 2013

Nube lenticolare sopra il Parco Nazionale delle Montagne Rocciose

Rocky Mountain National Park, Cloud Patterns - Live Science 
Questa spettacolare foto, che ritrae una nube lenticolare sopra il Parco Nazionale delle Montagne Rocciose, venne scattata da Richard H. Hahn durante il tramonto del 5 gennaio del 2012.

martedì 7 maggio 2013

Possibile scenario dell'evoluzione dei dinosauri aviani

Fig1. La distribuzione geografica e la completezza (CCM2) delle specie degli uccelli mesozoici. (A) Il numero di specie aviane scoperte nei singoli continenti; (B) La percentuale media di CCM2 delle specie aviane scoperte su ogni continente. La Laurasia é rappresentata dalle barre rosse, mentre il Gondwana é rappresentato dalle barre blu.
RESEARCH ARTICLE | The Completeness of the Fossil Record of Mesozoic Birds: Implications for Early Avian Evolution
Secondo questo scenario dell'evoluzione dei dinosauri aviani, (Fig1) pubblicato su PLoSE ONE "Neornithine evolution based on a ‘literal’ interpretation of the fossil record" i Neornithes non appaiono fino al Cretacico, per poi diversificarsi rapidamente nel Cenozoico, mentre tutti i gruppi di uccelli basali si estinsero prima o nel limite K/Pg. Le linee nere rappresentano i lignaggi presenti nella documentazione fossile, le linee rosse rappresentano le discendenze ipotetiche desunte dall'analisi filogenetica.

Le concentrazioni di diossido di carbonio atmosferico nei cicli glaciali e interglaciali del tardo Pleistocene

Riferimento: Atmospheric CO2 With Glaciers Cycles
Questo grafico mostra i dati delle emissioni di CO2 atmosferiche rilevate nel tardo Pleistocene ricavati dai carotaggi e dalle bolle d'aria presenti nei ghiacciai. I cicli glaciali delimitati dai 230 ppm come livello di transizione, sono stati colorati in blu, e i periodi interglaciali in giallo..
La deforestazione umana e la combustione dei combustibili fossili hanno contribuito ad aumentare la CO2 atmosferica nel secolo scorso fino a oltrepassare i 380 ppm, un valore ben al di sopra dei livelli pre-industriali, e "fuori scala" rispetto a questo graficoRiferimenti:

  1. Law Dome: 1006 A.D.-1978 A.D
  2. Vostok ice core: 417,160 - 2,342 years BP
  3. Dome C ice core: 650,000 - 415,000 BP-(or 648th millennium BC to 413th millennium BC)

I raggi cosmici provocano i fulmini?

Copyright: Jordan Cantelo
Nessuno sa esattamente cosa provochi i fulmini. Ora, due ricercatori russi affermano che queste scariche di un miliardo di volt o più potrebbero essere causate dall'interazione delle particelle dei raggi cosmici ad alta energia, provenienti dallo spazio, con le gocce d'acqua che sono all'interno delle nubi temporalesche. I raggi cosmici sono generati nelle profondità dello spazio da eventi potenti come collisioni tra le stelle, esplosioni di raggi gamma e supernove. Questi cataclismi accelerano le particelle cariche, costituite per lo più da protoni con energie molto elevate. I raggi attraversano velocemente lo spazio, e quelli che colpiscono l'atmosfera superiore della Terra generano masse d'aria invisibili ma altamente energetiche, composte da particelle ionizzate e da radiazioni elettromagnetiche.  L'idea che queste masse d'aria possano provocare un fulmine quando attraversano una nube temporalesca é stata teorizzata per due decenni. Nel 1992, il fisico russo Alexandr Gurevich del Lebedev Physical Institute di Mosca, suggerì che, le particelle ad alta energia prodotte dai raggi cosmici ionizzano l'aria nelle nubi temporalesche, generando una regione con un numero elevato di elettroni liberi. Il campo elettrico del temporale accelera gli elettroni quasi alla velocità della luce, aumentando la rispettiva energia. In seguito, gli elettroni collidono con gli atomi presenti nell'aria, generando un numero maggiore di elettroni nonché di raggi x e raggi gamma. Questa valanga di particelle ad alta energia nella nube che Gurevich chiama "runaway breakdown", offre le condizioni ideali per condurre un fulmine. Joseph Dwyer, uno scienziato che studia i fulmini al Florida Institute of Technology di Melbourne, che non è stato coinvolto nello studio, afferma che, da quando venne suggerita, l'ipotesi di Gurevich é stata discussa dai ricercatori di tutto il mondo. Ma Gurevich non trovò prove concrete dei raggi cosmici. Le onde radio possono fornire un indizio, afferma Dwyer: le cascate di elettroni che si generano alla base di un fulmine dovrebbero produrre onde radio. "Sappiamo che i raggi cosmici producono le onde radio, e quando ci sono dei temporali, si rileva un numero elevato di questi impulsi", afferma Dwyer. "Ma nessuno ha dimostrato che le masse d'aria che passano attraverso i campi elettrici [di una nube temporalesca] provocando la fuga di questi elettroni, sia un fenomeno che avvenga realmente". Per dimostrare questa ipotesi, Gurevich e il suo collega russo Anatoly Karashtin, dell'Istituto di Ricerca Radiophysical a Nizhny Novgorod, hanno analizzato i dati di 3800 fulmini registrati in Russia e in Kazakistan, utilizzando un interferometro che misura le onde radio - mostrando la direzione da cui provengono - nel momento in cui appariva il fulmine. I risultati, citati su ScienceNow "Do Cosmic Rays Grease Lightning?" e pubblicati questa settimana su Physical Review Letters "Runaway Breakdown and Hydrometeors in Lightning Initiation", indicano che le nubi delle tempeste emettono, poco prima dei fulmini, "centinaia di migliaia" di potenti impulsi radio. Ma c'è un problema: i raggi cosmici che hanno un energia sufficiente, sono troppo rari per attivare tutti gli impulsi che Gurevich e Karashtin hanno osservato. Le cosiddette idrometeore, o rovesci di grandine o di gocce d'acqua presenti nelle nubi, possono amplificare gli impulsi. Quando gli elettroni liberi creati dalle particelle dei raggi cosmici passano vicino a queste idrometeore, scatenano una raffica di microscariche che aumenta sia la corrente che il segnale a impulsi radio, affermano Gurevich e Karashtin. Tuttavia, la scienziata Clive Saunders dell'Università di Manchester nel Regno Unito, non è convinta che i raggi cosmici abbiano un ruolo nel fulmine e afferma: "Loro non hanno dimostrato la correlazione tra l'attività dei fulmini e il momento in cui i raggi cosmici colpiscono la terra".Quando il vento solare è più intenso, durante il massimo solare, vengono deviati un numero maggiore di raggi cosmici dalla Terra. Secondo Saunders, se i raggi cosmici fossero sopra i temporali, l'incidenza dei temporali stessi, dovrebbe seguire un ciclo simile.

lunedì 6 maggio 2013

La frana di Holbeck nel Nord Yorkshire

La frana dell'Holbeck Hall vista dall'aereo. Riferimento: "Holbeck Hall landslide, Scarborough"  British Geological Survey
La frana di Holbeck, verificatasi a sud di Scarborough nel North Yorkshire, suscitò un notevole interesse, da parte dei geologi, in quanto distrusse l'Holbeck Hall Hotel a quattro stelle la notte tra il 3 giugno e il 5 giugno del 1993.

venerdì 3 maggio 2013

Datazione della crosta oceanica effettuata dal NOAA National Geophysical Data Center (NGDC)

Age of Oceanic Lithosphere (m.y) *Image credit: NOAA
AGE OF THE OCEAN FLOOR by NGDC 
Le immagini utilizzate per realizzare l'immagine ad alta risoluzione offerta dal NGDC, rappresentano un insieme di dati topografici e batimetrici ricavati dalle datazioni della crosta oceanica effettuate dal NGDC, ottenuti attraverso un progetto di collaborazione tra molteplici istituti scientifici.

giovedì 2 maggio 2013

Il vulcanologo D'Anna (INGV) afferma che l'eruzione del Marsili é un evento improbabile

Il vulcano Marsili é evidenziato con il rosso
Il Marsili è una struttura imponente, lunga circa 70 km e larga 30. E' interamente sommerso dal Mar Tirreno, alto circa 3000 m e la sua cima rimane sott'acqua. In figura la topografia del fondale ottenuta da batimetria. Marsili is an imposing structure, about 70 km long and 30 wide. It is entirely submerged by the Tyrrhenian Sea, high about 3000 m and its top remains underwater. In the figure, the surface topography from multibeam bathymetry. In audio Guido Ventura e Giuseppe D'Anna, esperti vulcanologi dell'INGV. Photo: Guido Ventura. Riferimento: Flickr - Marsili  
Il Marsili è un vulcano sottomarino del Tirreno meridionale, pressoché equidistante dalle coste della Calabria, della Sicilia e della Campania e a 70 km dalle Eolie.

mercoledì 1 maggio 2013

BBC EARTH - Walking With the Dinosaurs 3D

Albertosaurus and Pterosaur via DansDinosaurs.com

Pachyrhinosaurus with Albertosaurus via DansDinosaurs.com

Pachyrhinosaurus and Albertosaurus via DansDinosaurs.com

Spinosaurus

Liopleurodon
Utahraptor

Velociraptor
BBC EARTH - WALKING WITH THE DINOSAURS

Il diossido di carbonio nel Fanerozoico

Le cinque grandi estinzioni di massa sono rappresentate dai triangoli gialli
Questo grafico mostra i valori di diossido di carbonio riscontrati nelle 5 transizioni abiotiche o estinzioni di massa. Le linee nere verticali delimitano le estinzioni di massa: Ordoviciano-Siluriano (circa 450 milioni di anni fa); Tardo Devoniano (circa 377 milioni di anni fa); Permiano-Triassico (circa 251 milioni di anni fa); Triassico-Giurassico (circa 203 milioni di anni fa); Cretaceo-Terziario (circa 66 milioni di anni fa)
Riferimento: Phanerozoic Carbon Dioxide 
Questa figura mostra le stime delle variazioni di concentrazione del biossido di carbonio avvenute durante il Fanerozoico.

martedì 30 aprile 2013

Mappa interattiva delle concentrazioni medie annuali di particolato (PM10) in Europa

Mappa interattiva ad alta risoluzione
European Environment Agency: Annual mean concentrations of Particulate Matter (PM10) in Europe

La formazione del buco nero di massa stellare Cygnus X-1

Fonte: Optical: DSS; Illustration: NASA/CXC/M.Weiss. Cygnus X-1: NASA's Chandra Adds to Black Hole Birth Announcement.
A sinistra, e visibile un'immagine ottica realizzata dalla Digitized Sky Survey, delineata dal riquadro rosso, che mostra una sorgente cosmica di raggi X tra le più studiate, denominata, Cygnus X-1. Cygnus X-1 si trova vicino alle grandi regioni attive di formazioni stellari della Via Lattea, come si vede in questa immagine che si estende su circa 700 anni luce.

lunedì 29 aprile 2013

L'eruzione del vulcano Tolbachik nella Penisola di Kamchatka in Russia















L'inferno è proprio sotto i loro piedi e lo scenario è davvero incredibile. Colori, caldo asfissiante, ma non retrocedono di un passo a volte superando la linea della sicurezza e del buon senso. Liudmila e Andrew: sono questi i nomi dei due blogger con la passione per la fotografia e i viaggi. Ed proprio grazie a queste due amori che sono riusciti a riprendere le spettacolari immagini dell'eruzione del vulcano Tolbachik  che si è risvegliato dopo oltre 30 anni in Kamchatka, la penisola nell'estremo Est russo. FOTO ©THE SIBERIAN TIMES/IBERPRESS. Foto e testo di: la Repubblica.it 

L'Islanda

Carta del sistema vulcanico dell'Islanda ottenuta dai dati dell' U.S. Geological Survey
Dorsale Medio-Atlantica nel sud dell'Islanda, presso il Parco Nazionale di Þingvellir
Il Vatnajökull, il quarto ghiacciaio più grande al mondo. foto di Roger McLassus
L'Islanda fotografata nel settembre del 2002 dallo strumento MODIS ubicato a bordo del satellite Aqua della NASA. Riferimento: NASA Visible Earth, autore: Jacques Descloitres, MODIS Rapid Response Team, NASA/GSFC. 

Le cascate del Skógafoss

Geologicamente, l'Islanda è un'isola giovanissima. Infatti risulta una delle terre di più recente formazione di tutto il pianeta, con appena circa 20 milioni di anni contro i circa 4 miliardi della crosta terrestre. Essa è nata dal magma fuoriuscito dalla frattura tra le placche tettoniche.

Le rocce più antiche della Terra

Un affioramento di rocce vulcaniche sedimentarie metamorfosate della cintura denominata, "greenstone belt" di Nuvvuagittuq, situata in Canada. Queste rocce che si depositarono sul basamento dell'attuale crosta terrestre, hanno un età superiore ai 4.0 Ga e potrebbero essere le più antiche della Terra.
Immagine dell' AAAS/Science tratta da LiveScience - It's Old
 La cintura di roccia di Nuvvuagittuq conosciuta in inglese come Nuvvuagittuq Greenstone Belt, è una struttura di pietra verde ubicata sulla sponda orientale della baia di Hudson nel nord del Quebec, in Canada.

Geologia dell'Italia e del Mediterraneo

Mappe di Isidoro Bonfà - immagine ad alta risoluzione

Frana nei pressi di Taipei

Una veduta aerea di una frana avvenuta nei pressi di Taipei a Taiwan su un tratto dell'autostrada 'National Expressway No. 2'. Verificatasi a causa delle intense precipitazioni, prima di un evento sismico, sepellì delle auto che attraversavano il tratto autostradale. La foto é stata pubblicata il 26/04/2010 su NBC News.com tramite la segnalazione della Taiwan National freeway Bureau via U.S. Environmental Protection Agency. Questo é il video. Riferimento: ScienceDirect - Probabilistic back analysis of slope failure – A case study in Taiwan

sabato 27 aprile 2013

Monitoraggio climatico dell'Isola di Sauders e del Fiordo di Wolstenholme

Immagine della NASA/Michael Studinger. Alta Risoluzione
Questa immagine del giorno della NASA che mostra l'isola di Saunders e il Fiordo di Wolstenholme con Kap Atholl nello sfondo, è stata catturata nel corso della missione IceBridge durante un volo di monitoraggio effettuato nell'aprile del 2013. La copertura di ghiaccio del mare varia da uno strato più spesso, rappresentato dal ghiaccio bianco visto in sottofondo, fino a quello più sottile che si estende verso il mare aperto visibile in primo piano.

Nel marzo del 2013, gli scienziati della missione IceBridge della NASA, hanno dato il via a un'altra stagione di ricerca per controllare lo spessore delle lastre di ghiaccio dell'Artico e dei ghiacci marini. IceBridge, è la più grande ossevazione aerea del ghiaccio polare che durerà sei anni. Tramite i dati acquisiti, verrano elaborati dei modelli rappresentati da una inedita visione tridimensionale dell'Artico e dell'Antartico e dalle piattaforme di ghiaccio terrestri e marine. Questi voli forniranno un rilevazione annuale dei rapidi mutamenti dei giacciai della Groenlandia e della Calotta Glaciale Antartica.

venerdì 26 aprile 2013

Un nuovo studio modifica le attuali conoscenze sulla temperatura del nucleo terrestre

L'immagine di questo artista, prelevata da Phys.org "The Earth's center is 1,000 degrees hotter than previously thought", raffigura i diversi strati della Terra e le loro relative temperature: 1) crosta, 2) mantello superiore e inferiore (dal marrone al rosso), nucleo esterno liquido (arancione, 3000-3800 °C) e nucleo interno solido (giallo 6000 °C). La pressione al confine tra il liquido e il nucleo solido (evidenziato) è di 3,3 milioni di atmosfere, con una temperatura, confermata dall'ultimo studio, di 6000 gradi Celsius
La struttura interna della Terra realizzata da un artista
Gli scienziati, misurando la temperatura del nucleo solido della Terra, hanno rilevato un valore che corrisponde a 6000 gradi centigradi, una temperatura 1000 gradi più elevata rispetto alla precedente rilevazione effettuata 20 anni fa.