Osservazione della variazione di salinità effettuata nel Canale di Sicilia tra il 1992 e il 2017 a 400 metri di profondità. |
lunedì 31 luglio 2017
Surriscaldamento globale e cambiamenti climatici amplificati nel Mar Mediterraneo
venerdì 21 luglio 2017
Analisi funzionale e biomeccanica della locomozione bipede del Tyrannosaurus rex
giovedì 13 luglio 2017
Il sito geologico di Orgues of Ille-sur-Têt
Fotografia prelevata da Wikipedia. |
Fotografia di Xavier Varela Pinart. |
martedì 11 luglio 2017
Il Nord Italia avrà le temperature estive dell'attuale Egitto entro il 2100
Le
estati sulla Terra sono già più calde di quanto dovrebbe essere, e diventeranno più calde entro la fine del
secolo se l'immissione dell'anidride carbonica continuerà ad aumentare. Questo problema sarà sentito più intensamente nelle città. La crescita rapida e incontrollata della popolazione mondiale associata all'effetto
urbano dell'isola di calore renderà le città molto calde con temperature medie che aumenteranno di circa di 7,8 °C. Attualmente,
circa il 54 per cento della popolazione mondiale vive nelle città, e
entro il 2050 la popolazione urbana dovrebbe crescere di 2,5 miliardi di
persone. Questo a sua volta rappresenta una minaccia la salute pubblica e per l'economia. Per
illustrare il futuro delle città e le scelte che le autorità preposte dovranno affrontare, Climate Central ha realizzato un grafico interattivo in collaborazione con l'Organizzazione Meteorologica Mondiale, che mostra come potrebbero essere in futuro le temperature durante l'estate in ciascuna di queste città, confrontandole con altre città poste ad una latitudine diversa. Ad esempio, lo scenario peggiore, attribuisce alla mite città di Ottawa in Canada, un clima tropicale uguale alla città di Belize entro il 2100. L'area che comprende le montagne nei pressi di Kabul in Afghanistan, potrebbe diventare come la costa di
Colombo in India. Il Cairo che é già caldo, potrebbe raggiungere temperature come Abu Dhabi. La
temperatura media del terreno è destinata a salire di 8,6 °C, ma a causa delle ubicazioni geografiche, alcune città si riscalderanno
molto di più. Sofia, in Bulgaria, subirà la variazione termica più importante a livello
globale, con temperature che aumenteranno di quasi 8 °C entro
il 2100. Questo renderebbe le sue estati più simili a quelle di Port Said in
Egitto. Napoli raggiungerà i 33,7 °C come il Cairo. Torino raggiungerà, dagli attuali 20,3 °C, i 27,5 °C. Quindi entro il 2100 le temperature estive nei centri urbani in Italia potrebbero raggiungere una media di 32/33 °C. Affrontare
un caldo meno estremo rende l'adattamento più facile e meno costoso. Ecco perché migliaia di sindaci di tutto il mondo si sono uniti e impegnati per ridurre le emissioni delle rispettive città.
lunedì 10 luglio 2017
La Roccia di Gibilterra
Foto pubblicata sul sito i.ytimg.com |
Fotografia pubblicata sul sito sharewonders.com |
Immagine tratta dal sito summitpost.org |
giovedì 6 luglio 2017
Le Falesie della Scala dei Turchi ad Agrigento
Fotografia tratta da canalblog. |
Fotografia di Valentina De Santis. |
Foto tratta da Wikipedia. |
Nelle foto possiamo ammirare gli effetti delle variazioni eustatiche del Mediterraneo costituite da un'alternanza ciclica di calcilutiti e marne calcilutitiche a microforaminiferi della Formazione Trubi situata in località Scala dei Turchi ad Agrigento, lungo la costa tra Realmonte e Porto Empedocle. Questa formazione geologica che risale al Pliocene, di origine pelagica, é costituita prevalentemente dai gusci carbonatici di microfossili, nello specifico Foraminiferi planctonici (globigerine), depositatisi per decantazione in un fondale marino profondo. La parte più antica di questa deposizione che risale al Miocene superiore, riguarda la successione del Messiniano, costituita da strati di gesso che documentano un rilevante episodio di evaporazione. I depositi plio-pleistocenici in Sicilia sono distribuiti prevalentemente nel settore centro-orientale dell’Isola (“Bacino di Caltanissetta”). Sul bordo settentrionale del “Bacino di Caltanissetta” sono riconoscibili tre cicli sedimentari, di cui il più antico comprende sostanzialmente i Trubi, ed è riferibile al Pliocene inferiore. Tale successione, dal carattere marcatamente regressivo, appartiene ad un intervallo cronologico che va dal Piacenziano al Calabriano. I Trubi sono costituiti da un’alternanza ciclica di marne e calcari (fig:1,2,3) di colore variabile che vanno dal bianco al crema al giallastro o al bruno, con ricco plancton calcareo, in strati generalmente piano-paralleli spessi mediamente 20cm, localmente anche metrico. Lo spessore complessivo della formazione può raggiungere il centinaio di metri. Alla base localmente è presente un orizzonte clastico, noto col termine di Arenazzolo, e la cui composizione dipende essenzialmente dai termini del substrato. Le associazioni a foraminiferi sono caratterizzate, nei livelli basali della successione.Il contenuto faunistico è ben conservato e diversificato. Le associazioni a foraminiferi sono caratterizzate, nei livelli basali della successione, da Sphaeroidinellopsis seminulina e Globorotalia margaritae (Biozona MPl2 di CITA, 1975) e nei livelli sommitali da G. margaritae e G. puncticulata (Biozona MPl3). Le associazioni a nannofossili sono caratterizzate da Calcidiscus leptoporus, C. macintyrei, Discoaster brouweri, D. pentaradiatus, D. surculus, Helicosphaera carteri, H. sellii, Reticulofenestra pseudoumbilicus, Sphenolithus spp. (biozone MNN12-MNN13 di RIO et alii, 1990). RIFERIMENTO: GEOLOGIA DELLA SICILIA - IL DOMINIO OROGENICO - ISPRA.
Variazione del livello dei mari durante il Pliocene-Miocene. Haq et al., (1987). |
sabato 1 luglio 2017
Tre parametri per monitorare l'attivià dei Campi Flegrei
Un nuovo studio pubblicato su Nature Chiodini et al., (2017), dimostra che la sismicità di fondo nei Campi Flegrei aumenta in relazione alla deformazione del suolo e alla concentrazione dei gas fumaroloci. L'aumento dell'attività sismica nel tempo è ampiamente correlata ai risultati delle recenti
simulazioni ottenuti eseguendo la modellazione dell'iniezione di fluidi magmatici nel sistema
idrotermale dei Campi Flegrei. Queste
variazioni indicano che esiste un unico processo inerente all'incremento della
pressione della temperatura del sistema idrotermale che controlla i segnali
geofisici e geochimici nella caldera. I risultati dei ricercatori mostrano, quindi, che i dati sul monitoraggio della sismicità di
fondo risultano essere un ottimo parametro per controllare l'attività vulcanica della Caldera. Le
deformazioni della terra, la sismicità e le variazioni geochimiche sono
osservazioni indipendenti, ma mostrano lo stesso schema temporale. Esse indicano quindi un processo unico che controlla la crisi in atto dei CFc. Ogni
osservazione, in particolare il segnale sismico, ha un ottima
correlazione con i risultati (massa dei fluidi iniettati e temperatura)
del modello termofluidodinamico e delle ripetute iniezioni di fluidi
magmatici ad alta temperatura nel sistema idrotermale che alimenta le
fumarole della Solfatara. Queste
correlazioni sono rilevanti e sicure, in quanto i dati sismici, i dati
geodetici e i rapporti tra CO/CO2 non sono stati utilizzati per limitare il
modello numerico.
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