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giovedì 6 febbraio 2020

La diffusione geografica delle frane mortali

Il numero cumulativo di frane per area geografica dal 2004 al 2018 incluso.
Dave Petley ha esaminato la diffusione geografica delle frane in tutto il mondo. I dati che ha raccolto (per oltre 17 anni) sono focalizzati sulle frane che hanno causato decessi; per questo tipo di analisi esclude di solito le frane associate ai terremoti. Quindi, ha elaborato un grafico che mostra il numero cumulativo di frane fatali per area geografica, che copre il periodo da gennaio 2004 a dicembre 2018 compreso. Secondo Petley ci sono molti aspetti interessanti in questi dati. In primo luogo si può osservare che è l'Asia del Sud che ha subito il maggior numero di frane fatali. Ciò è ormai é un dato consolidato, ma solo un decennio fa la gente sosteneva che non era così. In secondo luogo, si verificano perdite davvero significative anche nel Sud Est e nel Sud Ovest dell'Asia, e in misura minore in Sud America. I dati mostrano anche la forte stagionalità in alcune aree, con andamenti graduali piuttosto lineari. Ma c'è anche qualcosa di insolito. I dati del Sud America mostrano una strana tendenza in quanto nel periodo 2009-2012 si è registrato un tasso di frane notevolmente più elevato rispetto ai periodi precedenti e successivi. Tuttavia Petley non é sicuro delle cause. Ciò richiede ulteriori indagini. Fonte: The geographical spread of fatal landslides. 

sabato 14 settembre 2019

Adria maggiore, l'antico Continente che giace sotto l'attuale Europa

Ecco come appariva il Continente Adria Maggiore circa 150 milioni di anni fa. Riferimento scientifico: Van Hinsbergen et al., (2019)
Il Corno Grande del Gran Sasso come lo osserviamo attualmente. Uno dei pochi affioramenti di Adria Maggiore. Foto tratta da @Majambiente.
Un gruppo di ricercatori ha ricostruito la storia geologica, lunga quasi un quarto di miliardo di anni, di una massa terrestre scomparsa che ora giace coperta, non sotto un oceano da qualche parte sulla Terra, ma al di sotto dell'Europa meridionale. L'analisi degli studiosi é rappresentata da "un'enorme mole di lavoro", afferma Laurent Jolivet, un geologo dell'Università della Sorbona di Parigi che non è stato coinvolto nel nuovo studio. Sebbene la storia tettonica della massa terrestre fosse nota da alcuni decenni, dice, "la quantità di dettagli mostrati nella ricostruzione sistematica non ha precedenti". Gli unici resti visibili del Continente - noto come Adria Maggiore - sono calcari e altre rocce presenti nelle catene montuose dell'Europa meridionale. Gli scienziati ritengono che queste rocce si siano formate da sedimenti marini e solo successivamente siano state levigate dalla superficie della massa terrestre e sollevate attraverso la collisione delle placche tettoniche. Eppure le dimensioni, la forma e la storia della massa terrestre originale - molte delle quali si trovano sotto i mari tropicali poco profondi per milioni di anni - sono state sempre difficili da ricostruire. Per cominciare, la Grande Adria ebbe una storia violenta e complicata, osserva Douwe van Hinsbergen, geologo dell'Università di Utrecht, nei Paesi Bassi. Gli scienziato pensano che divenne un'unità separata quando si staccò dal supercontinente meridionale del Gondwana (che comprendeva oggi Africa, Sud America, Australia, Antartide, subcontinente indiano e penisola arabica) circa 240 milioni di anni fa e iniziò a spostarsi verso nord. Circa 140 milioni di anni fa, era una massa terrestre delle dimensioni della Groenlandia, in gran parte sommersa da un mare tropicale, dove confluivano i sedimenti che lentamente si trasformarono in roccia. Quindi, quando si scontrò con quella che oggi è l'Europa tra 100 milioni e 120 milioni di anni fa, si frantumò e venne spinta sotto quel continente. Solo una frazione delle rocce della Grande Adria, rimossa dalla collisione, è rimasta osservabile sulla superficie terrestre. Un'altra complicazione è dovuta al fatto che le rocce della Grande Adria sono disperse in oltre 30 paesi, in una fascia che va dalla Spagna all'Iran. Quindi, come le rocce stesse, i dati sono stati dispersi e quindi difficili da raccogliere, afferma van Hinsbergen. E infine, osserva, fino all'ultimo decennio circa, i geologi non hanno avuto il sofisticato software necessario per eseguire tali ricostruzioni. "La regione del Mediterraneo è semplicemente un disastro geologico", afferma. "Tutto è curvo, spaccato e impilato". Nel nuovo studio, Van Hinsbergen e i suoi colleghi hanno trascorso più di 10 anni a raccogliere informazioni sull'età dei campioni di roccia che si ritiene provengano dalla Grande Adria, nonché sulla direzione di eventuali campi magnetici intrappolati in essi. Ciò ha permesso ai ricercatori di identificare non solo quando, ma dove, si siano formate le rocce. Piuttosto che limitarsi a spostarsi a nord senza cambiare orientamento, la Grande Adria ruotava in senso antiorario mentre spingeva e piallava le altre placche tettoniche. Sebbene la collisione tettonica avvenisse a una velocità non superiore ai 3-4 centimetri all'anno, l'inesorabile processo frantumò la crosta spessa 100 chilometri e la spinse in profondità all'interno del mantello terrestre, afferma Van Hinsbergen. Lo studio non è l'unica prova della Grande Adria come continente perduto. Altri ricercatori che usano le onde sismiche per generare immagini computerizzate simili alla tomografia hanno creato una sorta di "atlante degli inferi", un 'cimitero' di placche di crosta terrestre che sono affondate nel mantello. Questa ricerca mostra che alcune parti della Grande Adria ora giacciono fino a 1500 chilometri sotto la superficie del nostro Pianeta. Riferimento articolo: Geologists uncover history of lost continent buried beneath Europe.

sabato 16 dicembre 2017

La faglia di Piqiang in Cina fotografata dal Satellite Landsat 8

La faglia di tipo trascorrente sinistro a Piqiang in Cina, fotografata dal Satellite Landsat 8 il 30 Luglio del 2013. I colori riflettono le rocce che si sono formate in tempi e ambienti differenti. Gli strati rossi in alto, rispetto alla sequenza, corrispondono ad arenarie del Devoniano, composte da antichi sedimenti fluviali, mentre gli strati verdi sono arenarie del Siluriano formatesi in un oceano moderatamente profondo. Gli strati color crema sono costituiti da calcari del Cambriano-Ordoviciano che si sono depositati in un oceano poco profondo. Riferimenti Bibliografici: Faults in Xinjiang - NASA Earth Observatory.

giovedì 13 luglio 2017

Il sito geologico di Orgues of Ille-sur-Têt

Fotografia prelevata da Wikipedia.
Fotografia di Xavier Varela Pinart
Le Orgue di Ille-sur-Têt sono dei rilievi rocciosi, conosciuti in inglese come badlands, situati nei pressi dei Pirenei orientali della Francia meridionale. Questi affioramenti di argilla si sono depositati circa 4-5 milioni di anni fa e sono stati scolpiti principalmente dalle intense precipitazioni e dalle inondazioni. Riferimento: Orgues of Ille-sur-Têt Badlands - NASA EPOD. 

lunedì 10 luglio 2017

La Roccia di Gibilterra

Foto pubblicata sul sito i.ytimg.com
Fotografia pubblicata sul sito sharewonders.com
Immagine tratta dal sito summitpost.org 
La Roccia o Rocca di Gibilterra è un promontorio il cui crinale principale é caratterizzato da una cresta con cime che si ergono fino a 400 m sopra il livello del mare. Questo monolite formato da calcari e da dolomiti del Giurassico inferiore, Rodrıguez-Vidal J. et al., (2004) é un prolungamento roccioso costituito da una piega rovesciata. Gli strati sedimentari più antichi che compongono la Roccia di Gibilterra sovrastano quelli più recenti. Questi strati, che sono notevolmente fagliati e deformati, fanno parte della Formazione di scisto della Baia Catalana (più recente), la Formazione di scisto della Piccola Baia (la più antica) e la Formazione della Scala Dockyard (età sconosciuta). Sebbene sia una formazione costituita prevalentemente da scisto, contiene anche unità spesse composte da arenaria marrone di origine calcarea e arenaria scura morbida intercalata da calcare blu,  grigio-verde intarsiato con grigio scuro. La formazione della scisto della Baia Catalana contiene frammenti di spine fossili di Echinoidea non identificabili, frammenti di Belemniti e rari Ammoniti, Rose, E. P. F. & M. S. Rosenbaum (1991). I fossili includono anche vari Brachiopodi, Coralli, Gasteropodi, Pelecipodi e Stromatoliti. 

martedì 27 giugno 2017

Il Parco Nazionale di Banff nelle Montagne Rocciose Canadesi

Lago di Peyto, foto di Tobias Alt.
Le Montagne Rocciose canadesi sono composte da rocce sedimentarie: scisto, arenaria, dolomite e calcare 1 . La stragrande maggioranza delle formazioni geologiche di Banff variano dal Precambriano al Giurassico 600-145  Ma 2 . Tuttavia, le rocce più recenti come quelle del Cretaceo inferiore 145-66 Ma si trovano nei pressi dell'ingresso Est e sulla Catena delle Cascate sopra il centro cittadino di Banff 3 .Queste rocce sedimentarie costituivano il fondale di un mare poco profondo tra 600 e 175 Ma e subirono la spinta tettonica verso Est depositandosi sopra le rocce più recenti durante l'Orogenesi LaramideL'intera struttura di cui é formata la montagna nel Parco Nazionale di Banff concluse la sua evoluzione circa 55 Ma 4. 
Lago di Jack e Monte Rundle, foto di Wing Chi Poon.

venerdì 16 giugno 2017

Le Scogliere di Moher in Irlanda


Fotografia di Bjørn Christian Tørrissen.
Fotografia di Clethbridge8. 
Circa 320 milioni di anni fa, durante il Carbonifero superiore, l'area dove ora ci sono le Scogliere di Moher,  costituite da roccia scistosa, sedimentaria e arenaria, aveva una temperatura più calda di quella attuale, ed era situata in prossimità della foce di un fiume di dimensioni notevoli. Le piogge persistenti e intense crearono delle imponenti inondazioni che trasportarono i sedimenti, formati da sabbia e fango, nei fiumi che scorrevano verso il mare. Nel corso del tempo la sabbia e il fango hanno sperimentato il processo di litificazione; grazie a questo, ora possiamo ammirare queste splendide scogliere. I singoli strati di roccia variano, il punto più alto delle scogliere, che sono lunghe circa otto chilometri, raggiunge i 217 metri d'altezza e si affaccia sull'Oceano Atlantico. Ogni strato rappresenta un evento specifico della vita dell'antico delta. Oggi le scogliere stanno subendo l'erosione costiera a causa delle onde che si infrangono con violenza contro le pareti di roccia. RIFERIMENTI:  Geology and Cliffs of Moher Geopark | Quarrying - Official Site. The Geological Society, Geological Survey of Ireland.

mercoledì 7 giugno 2017

Il risultato dell'orogenesi Caledoniana

Affioramento della stessa roccia metamorfica. Foto pubblicata su Pinterest. Video di Nacy Brown.
Fotografia pubblicata da @Jesper Dramsch su geophysicist.com.
Siamo nei pressi del Gorgo di Saltstraumen a Bodo in Norvegia. Questa orogenesi si sviluppò in seguito all'apertura, chiusura e distruzione dell'Oceano Giapeto nel periodo Cambriano, circa 505 Ma (Finnmarkian phase), Torsvik & Rehnström (2003), fino alla fine del Siluriano, circa 420-405 Ma. Torsvik et al. (1996). Alcuni sedimenti sono stati trasformati ad una temperatura ridotta ma con pressioni elevate. Questo tipo di metamorfismo é conosciuto come lo Scisto blu, il Glaucofane é il minerale che ha caratterizzato il colore. Altri sedimenti sono stati riscaldati ad una temperatura più elevata ma hanno subito una pressione relativamente più bassa come lo scisto verde, (scisto verde glaucofanitico) . Dopodiché, la roccia che é sprofondata e si é sedimentata ad alte temperature, é l'anfibolite. Questo livello di metamorfismo estremo è stato raggiunto soprattutto quando i continenti della Baltica e della Laurentia si sono scontrati ponendo fine al processo subduzione, il prisma di accrezione è stato compresso, addensato, allungato, contorto, tagliato e poi riscaldato

lunedì 5 giugno 2017

La Pietra di Petoskey

La Pietra di Petoskey è un corallo coloniale fossile dell'Ordine dei Rugosa, la Hexagonaria percarinata, che visse nei caldi mari del Givetiano (Devoniano medio) circa 387.7-382.7 Ma., dove ora c'é lo Stato del Michigan. Questo tipo di fossili si trova solo nella Gravel Point Formation.

giovedì 1 giugno 2017

La Baia di Ha Long in Vietnam


Foto della Getty images.
Foto pubblicata su misadventures

Foto della Hongyi.com 
Hạ Long Bay ha sperimentato almeno 500 milioni di anni di orogenesi, in quanto é stata sottoposta ad un susseguirsi di trasgressioni e regressioni marine che hanno modificato la topografia a la geomorfologia dell'area. E' costituita da 2000 isole calcaree ed é situata in Vietnam a 164 Km dalla Città di Hanoi. Durante il periodo Ordoviciano e Siluriano (500-410 Ma), l'attuale Baia di Ha Long risultava sommersa da un mare profondo che si ridusse in seguito tra il Carbonifero e il Permiano (340-250 Ma). Halong Bay si é formata grazie alla deposizione di calcare marino che superò i mille metri 340-240 milioni di anni fa. Inoltre, il processo di erosione permanente causato dalle piogge e dalle correnti mareali ha scolpito queste formazioni geologiche rendendole uniche; come i laghi carsici e un complesso sistema di grotte rimaste intatte per milioni di anni. Fonti: Geological history of Ha Long Bay - Ha Long Bay - UNESCO World Heritage Centre.

mercoledì 31 maggio 2017

La Foresta di Pietra nella provincia dello Yunnan in Cina

Fotografia pubblicata su guidadiviaggio.it
Fotografia pubblicata da misadventuresmag.com

Dove ora c'é la cosiddetta 'Foresta di Pietra' o Shilin, circa 270 milioni di anni fa si estendeva un mare poco profondo. I grandi depositi di pietra arenaria sono stati sovrastati dal calcare accumulatosi in questo Bacino durante il periodo Permiano. L'innalzamento di questa regione si è verificato successivamente alla deposizione e all'esposizione degli agenti atmosferici come il vento e le precipitazioni, che hanno modellato queste guglie rocciose cosi come noi le possiamo ammirare oggi. Fonte: University of Huston - A Virtual Field Trip to the Stone Forest, Kunming, Republic of China.

domenica 28 maggio 2017

La valle di Quebrada de Humahuaca, un sito geologico di notevole importanza

Catena montuosa dell'Hornocal, a 25 chilometri dalla città di Humahuaca nella provincia di Jujuy in Argentina. Fotografia pubblicata da Paula Colantonio su argentravel.es.
Cerro de los Siete Colores (La Collina dai Sette Colori). La storia geologica di questa formazione é abbastanza complessa. Il blocco si é creato in seguito alla deposizione dei sedimenti marini, ed é stato scolpito successivamente dall'erosione di correnti fluviali, infine, le spinte tettoniche hanno innalzato la roccia che ora è visibile in tutto il suo splendore.
Fotografia pubblicata da Paula Colantonio su argentravel.es.

La struttura raffigurata nella foto é composta da pieghe, anticlinale e sinclinale, con rocce del Cretaceo superiore nello strato inferiore, mentre lo strato più recente é del Paleocene inferiore. La parte retrostante é costituita da rocce dell'Ordoviciano,
La valle di Quebrada de Humahuaca situata nella provincia di Jujuy in Argentina é un sito geologico di notevole importanza nominata il 2 Luglio del 2003 Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO.  La litologia ci suggerisce ché questa struttura é composta da scisti, quarziti abbastanza morbide, peliti e ardesie della formazione Precambriana di Puncoviscana, da arenaria quarzosa molto resistente, quarziti della formazione Cambriana del gruppo Mes'on e da peliti facilmente erodibili del gruppo Santa Victoria dell'Ordoviciano. Bibliografia: (Ramos et al.,1967; Turner,1970;Amengual and Zanettini,1974).

lunedì 8 maggio 2017

Una nuova teoria sulla formazione della crosta terrestre


Più del 90% della crosta continentale della Terra è costituito da minerali ricchi di silice, come il feldspato e il quarzo. Ma da dove proviene questo materiale arricchito di silice?

lunedì 10 aprile 2017

Un nuovo modello per la formazione degli archi vulcanici

Come sappiamo, i processi di subduzione che avvengono sotto l'Oceano sono responsabili nella formazione degli Archi vulcanici, i quali, rappresentano alcuni degli eventi geologici più drammatici verificatisi sulla Terra, come le eruzioni vulcaniche esplosive e i mega terremoti. Uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances cambia la nostra comprensione sulla formazione di un Arco Vulcanico, questo potrà avere delle implicazioni future per lo studio dei terremoti e aiuterà i ricercatori ad effettuare una valutazione più approfondita del rischio che comportano le eruzioni vulcaniche di media e alta intensità. I ricercatori guidati dal Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), hanno scoperto un nuovo processo che caratterizza lo scioglimento delle rocce metamorfiche durante il modello melange, che si genera attraverso la potente spinta esercitata ai margini delle placche durante la subduzione.

mercoledì 5 aprile 2017

Scoperta la causa che determinò la separazione dell'Inghilterra dall'Europa

Mappa batimetrica che mostra lo stretto di Dover. Fonte: Imperial College London.

Un gruppo di ricercatori ha trovato la prova della separazione avvenuta tra l'antica Gran Bretagna l'Europa, il fenomeno é avvenuto in due fasi, lo studio é stato pubblicato su Nature Communications.

mercoledì 15 febbraio 2017

Zealandia, il Continente sommerso nell'Oceano Pacifico

Topografia di Zealandia tratta da: "New Zealand in relation to the Indo-Australian and Pacific Plates".

I ricercatori della New Zealand Geoscience Agency (GNS Science) descrivono in una review un Continente che misura 4.9 Mkm2 e che faceva parte del Gondwana, posto a Sud Ovest nell'Oceano Pacifico ad un'altezza maggiore rispetto alla crosta Oceanica circostante. Attualmente il 94% del Continente é sommerso a causa dell'assottigliamento della crosta terrestre verificatosi nel Cretaceo in seguito alla rottura del supercontinente Gondwana e a causa dell'equilibrio isostatico. Visto il suo isolamento dall'Australia e l'area di grandi dimensioni si può definire un vero e proprio Continente. L'identificazione odierna di Zealandia come un continente indipendente, piuttosto che un insieme di isole continentali, frammenti e porzioni, rappresenta più correttamente l'attuale geologia di questa parte della Terra. Zealandia, nome che venne proposto nel 1995 dal geofisico dell'Università della California Bruce Luyendyk, fornisce un contesto nuovo che consente di indagare sui processi di rifting continentale, di assottigliamento e sull'evoluzione delle faglie che attraversano la crosta oceanica.

sabato 4 febbraio 2017

La collisione dell'India contro l'Asia si verificò 54 milioni di anni fa

Tratta da Y. Najman et al., (2017) Fig.1



L'analisi dei depositi detritici del margine continentale passivo indiano (Himalaya occidentale) suggerisce che la collisione tra l'India e l'Asia si verificò 54 milioni di anni fa, Y. Najman et al., (2017). 

giovedì 2 febbraio 2017

Zirconi dell'Archeano suggeriscono l'esistenza di un microcontinente ormai scomparso sotto le Mauritius

Un gruppo di scienziati della Wits University's School of Geosciences, della German Research Centre for Geosciences e della University of Oslo, ha scoperto la presenza di zirconi dell'Archeano (secondo Eone del Precambriano) localizzati nelle rocce vulcaniche mioceniche sotto le isole Mauritius, il che conferma l'esistenza dell'antico microcontinente rimasto dalla disgregazione del supercontinente Gondwana, (che si formò circa 200 milioni di anni fa) e che scomparve sotto le Mauritius 85 milioni di anni fa.  La prima prova venne fornita e pubblicata su Nature Geoscience 4 anni fa da TH Torsvik et al., ‎(2013). In quel caso i ricercatori effettuarono la scoperta di piccoli zirconi analizzando i granelli di sabbia dell'isola che riaffiorarono progressivamente in superficie a causa dei movimenti tettonici. Secondo Jamtveit e i suoi colleghi, Mauritia, aveva un estensione pari ad un quarto dell'odierno Madagascar che a sua volta apparteneva al Continente Rodinia. La conferma é avvenuta pochi giorni fa dal secondo studio pubblicato sempre sulla prestigiosa rivista inglese Nature CommunicationsAshwal L. D. et al., (2017).        

lunedì 11 luglio 2016

Il ciclo litogenetico o ciclo delle rocce


Queste due illustrazioni di Phil Stoffer, geologo presso l'United States Geological Survey mostrano il ciclo delle rocce. La prima, pubblicata nella pagina del sito Geologycafe.com, è rivolta ai professionisti che operano nel settore, la seconda, più semplice, potrebbe essere un utile strumento utilizzabile ai fini della didattica nelle scuole. L'Università di Padova ha realizzato un documento in PDF, breve e semplice, in cui è possibile comprendere come avviene questo interessante fenomeno.

martedì 12 gennaio 2016

Benvenuti nell'Antropocene?

Uno studio realizzato da un gruppo di scienziati della British Geological Survey pubblicato su Science, Waters et al., (2016), ha dimostrato che gli esseri umani stanno alterando l'equilibrio climatico e ambientale del Pianeta ad un tasso crescente, inclusi i processi geologici globali a lungo termine.