Un nuovo studio si contrappone all'attuale teoria secondo cui gli tsunami si formano e
acquisiscono la loro energia principalmente dal movimento verticale del
fondale marino.
Il dato finora incontrastato era rappresentato dal fatto che la maggior parte degli tsunami provengono da
un massiccio spostamento del fondale marino, solitamente dalla
subduzione di una placca tettonica che si incunea sotto l'altra durante
un terremoto. Gli
esperimenti condotti nei laboratori di Oceanografia negli anni 70 dimostrarono che l'elevazione verticale del fondale poteva
generare onde di tsunami. Nel
decennio successivo, gli scienziati giapponesi simularono gli spostamenti orizzontali e osservarono che l'energia risultante era trascurabile. Ciò consolidò il consenso tra gli scienziati, che il
movimento verticale del fondale marino fosse il principale fattore scatenante nella
generazione di uno tsunami. Nel
2007, Tony Song, un oceanografo che lavora presso il laboratorio del Jet Propulsion della
NASA a Pasadena, in California, ha messo in discussione questa teoria dopo aver
analizzato il potente terremoto di Sumatra verificatosi nel 2004 nell'Oceano Indiano.
I
dati sismografici e dei GPS hanno mostrato che l'elevazione verticale del
fondale marino non produceva abbastanza energia per creare un potente tsunami. Le formulazioni di Song e dei suoi colleghi hanno invece suggerito che l'energia del movimento orizzontale del fondale marino può raggiungere valori più elevati. Questi risultati corrispondono ai dati degli tsunami rilevati dai
satelliti della: NASA/Centro Nazionale d'Etudes Spatiales (CNES) Jason,
Geosat della Marina Militare Usa e dal Satellite Ambientale
dell'Agenzia Spaziale Europea. Ulteriori
ricerche effettuate da Song sul terremoto del Sumatra del 2004, ottenute dai dati
satellitari della missione NASA/German Aerospace Center Gravity
Recovery e Experiment Climate Experiment (GRACE), hanno confermato i suoi dati, in cui il ricercatore suggerisce che la quantità di energia generata esclusivamente dal sollevamento
verticale del fondale marino é insufficiente per generare uno tsunami di tali dimensioni. La
sua ricerca si basa sulle leggi della fisica: "Il movimento orizzontale del fondale marino crea un'energia cinetica
proporzionale alla profondità dell'oceano e alla velocità del movimento
del mare".
Nessun commento:
Posta un commento