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Modello di Elevazione Digitale della Regione greca Attica A, e della Bulgaria meridionale (Tracia) B. da
Böhme et al., (2017). |
Due studi pubblicati su PLoS ONE, Fuss et al., (2017) e Böhme et al., (2017), relativi a due fossili di 7,2 milioni di anni provenienti dall'Europa
meridionale, suggeriscono che i deiscendenti degli esseri umani si separarono dalle grandi
scimmie centinaia di migliaia di anni prima di quanto ipotizzato in precedenza, quindi circa 7 milioni di anni fa. Grazie
al sequenziamento del DNA, sappiamo che i nostri antenati e gli
scimpanzè (Pan troglodytes) si separarono da un antenato
in comune, ma c'è un dibattito acceso sulla tempistica e sull'ubicazione di
questa separazione evolutiva. Ora,
una squadra internazionale di ricercatori afferma di aver trovato l'ominide più antico, sfidando le attuali teorie
sulle origini dell'evoluzione del genere Homo. In
un nuovo studio, i ricercatori hanno riesaminato il Graecopithecus
freybergi, una specie poco conosciuta dalla tassonomia incerta,
originariamente descritta da un fossile trovato
nel 1944 in Grecia. Nel 2012, all'osso della mascella del Graecopithecus freybergi venne montato un premolare del Graecopithecus trovato in Bulgaria datato 7.24-7125 Ma, quindi del Messiniano superiore. Utilizzando
la tomografia computerizzata e le ricostruzioni 3D delle radici e
della struttura interna dei denti fossilizzati, gli scienziati hanno
individuato alcune caratteristiche degli esseri umani moderni e
dei loro antenati primitivi, osservando la fusione delle radici dei premolari. Madelaine Böhme, durante un intervista ha affermato che: “Gli ominidi possedevano due o tre radici separate e divergenti, invece le radici del Graecopithecus risultavano convergenti e parzialmente fuse, una caratteristica dell’uomo moderno e di molti ominidi, tra cui l'Ardipithecus e l'Australopithecus”. David Begun
dell'Università di Toronto, coautore dello studio, ha dichiarato su ScienceAlert: "Se
questo fossile rappresenta veramente quello di un essere umano, potrebbe essere l'antenato più antico
conosciuto dell'uomo e il primo ad essere identificato al di fuori dell'Africa". Ovviamente, questo studio necessita di ulteriori conferme per poter affermare con certezza che questa specie di ominide possa essere la più antica, come spiega Elena Dusi su cinquantamilacorriere.it. Tuttavia, Julien Benoit un Paleontologo dei vertebrati nonché paleobiologo, hs affermato in un intervista su The Conversation, che non ci sono prove sufficienti da poter attribuire un origine europea al genere Homo. L'origine africana dell'umanità (Hominini) è attualmente supportata da due elementi molto importanti. In primo luogo, migliaia di fossili di hominini sono stati trovati sul
suolo africano dal momento che il primo ominino africano,
l'Australopithecus africanus, è stato scoperto in Sudafrica nel 1924. Dopodiché, ci sono state quasi un secolo di scoperte di fossili che hanno dimostrato che l'evoluzione dell'ominina fosse avvenuta nel Continente africano. Questi fossili vanno dal Sahelanthropus, che visse tra sei e
sette milioni di anni fa in quello che è oggi il Ciad, al più recente Homo sapiens proveniente dall'Africa orientale. In secondo luogo, i nostri parenti più vicini, gli scimpanzé e i gorilla provengono anch'essi dall'Africa. I
nostri ultimi antenati vivevano tra gli otto a dodici milioni di anni fa in Africa, questo suggerisce che l'origine dell'umanità è profondamente
radicata in Africa. Ciò lascia poco spazio per una presunta origine europea. I Neanderthal si estinsero in Europa tra i 41.000 e 39.000 anni fa,
con l'ultimo gruppo che scomparve dal sud della Spagna 28.000 anni fa.
Il confronto del DNA tra i Neanderthal e l'Homo sapiens suggerisce che
entrambi si discostarono da un antenato comune tra i 350.000 e 400.000
anni fa. Questo antenato era probabilmente l'Homo heidelbergensis.
Heidelbergensis ebbe origine tra gli 800.000 e 1.300.000 di anni fa, e
visse fino a circa 200.000 anni fa.
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