Verso la fine del 20° secolo, i climatologi hanno osservato un fenomeno che inizialmente venne classificato come un'anomalia': il rallentamento del Riscaldamento Globale nella bassa atmosfera (omosfera). Oggi, è una tendenza universalmente riconosciuta che dura da più di 15 anni.
Perplessi, gli oceanografi indagano per trovare il calore mancante. Nell'ultimo studio pubblicato su Nature GeoScience, Sang Ki Lee et al., (2015) citato dal sito dell'American Geophysical Union (AGU) "Tracking the Missing Heat from the Global Warming Hiatus", l'oceanografo Sang-Ki Lee e i colleghi dell'Università di Miami hanno trovato una parte di questo calore mancante: L'Oceano Pacifico rimane fresco perché trasmette il calore verso l'Oceano Indiano. Questa ridistribuzione del calore, dicono i ricercatori, potrebbe giocare un ruolo nella regolazione del tasso del riscaldamento globale. Quindi gli scienziati sanno che, recentemente, l'Oceano ha contribuito a mitigare il riscaldamento della superficie, che non si è ancora arrestato. Il riscaldamento nell'atmosfera superiore dimostra che il Pianeta sta subendo uno squilibrio di radiazioni. Tuttavia, anziché manifestare segni di accumulo di calore, come avviene nell'Oceano Atlantico, l'Oceano Pacifico ha effettivamente subito un raffreddamento negli ultimi dieci anni. In sintesi: l'acqua calda, come l'aria calda, sale o, meglio, rimane in superficie fino a che non interviene una forza esterna. Per questo motivo, in un lago, lo strato superiore è più caldo rispetto allo strato inferiore. In questo caso, il trasferimento dell'acqua calda superficiale che scorre dall'Oceano Pacifico verso l'Oceano Indiano necessita la presenza del vento, ma non un vento qualsiasi. Gli alisei devono essere abbastanza forti per spingere l'acqua dal Pacifico orientale attraverso il bacino oceanico a Ovest, dove si accumula e innalza il livello dell'Oceano indiano, per effetto della dilatazione termica dei liquidi.
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