sabato 2 marzo 2013

La Grotta del Bue Marino

Grotta del Bue Marino, Sardegna, fotografia scattata da Gianni 
Una prospettiva dell'ingresso della Grotta del Bue Marino
Ingressi della Grotta del Bue Marino situata nel territorio del comune di Dorgali nella parte orientale della Sardegna.

Foto di Ivan Masuri, soggetto: il Lago Smeraldo
La Grotta del Bue Marino, ubicata al centro del Golfo di Orosei, tra Cala Gonone e Cala Luna, è
da oltre 50 anni visitata da decine di migliaia di turisti e da numerosi speleologi provenienti da tutto il mondo, attirati dalla bellezza e dalla complessità geologica delle sue grandi gallerie.

La grotta era già conosciuta in epoca remota, probabilmente quando il mare era più basso del livello attuale, tanto da permetterne comodamente l'accesso da terra. Delle belle incisioni rupestri, scoperte in una colata concrezionale antistante l'ingresso a mare, ed alcuni tracce archeologiche trovate in una sala interna, testimoniano la presenza umana già in epoca neo-eneolitica (circa 4000 a.c.).
La grotta divenne famosa perché rifugio della Foca Monaca, ormai estinta; da essa la grotta prende il nome, infatti in lingua sarda la foca è chiamata Boe Marinu. Il simpatico mammifero, sopravvissuto all'ultimo periodo glaciale, non ha resistito però alle modifiche ambientali in continua evoluzione già a partire dai primi anni del novecento. La cavità, il cui sviluppo è attualmente di oltre 20 km, è raggiungibile via mare con imbarcazioni oppure via terra, percorrendo un facile sentiero che inizia da Cala Fuili, una piccola spiaggia posta alla fine della strada litoranea a sud di Cala Gonone. Il tracciato si snoda sul bordo delle alte falesie della costa, in mezzo alla macchia mediterranea. Alla fine del sentiero, un'aggettante passerella costruita direttamente in parete, comunica con uno degli ingressi della grotta, chiuso da un cancello. Grotta del Bue Marino è schematicamente composta da tre diversi rami all'apparenza non comunicanti; solo per una straordinaria coincidenza essi si congiungono in prossimità del mare, confluendovi con due alti e spettacolari portali. Il Lago Smeraldo, accessibile direttamente anche dal mare attraverso un breve sifone, è ubicato subito dopo la Sala della Dama Bionda, così chiamata perché nel dopoguerra fu trovato lo scheletro di una giovane donna la cui fine è rimasta avvolta nel mistero. Il nome del lago è dovuto all'effetto che la luce solare produce penetrando all'interno attraverso il sifone di collegamento con il mare, creando così una magica luce smeraldina. Il Lago Abissale posto al fondo di una profonda frattura, a lato del vecchio percorso turistico, deve il suo nome al fatto che esso appare nero ed insondabile a causa delle alte e strette pareti che lo circondano. Il percorso subacqueo che lo unisce al Lago Smeraldo è lungo circa 500 m. Il Lago Nero si trova alla fine di un meandro sabbioso, a sinistra del vecchio percorso turistico, che con un salto di circa 8 m va a buttarsi sul lago. Questo lago, assieme al Lago Abissale, da cui dista poche decine di metri, fa parte del sistema sommerso del Ramo dei Cecoslovacchi. Testo di Leo Fancello, Direttore del Gruppo Ricerche Ambientali - Dorgali - "La grotta del Bue Marino - speleosubtek"





 


 

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